Non credo di essermi mai divertito tanto leggendo un libro, se non con i romanzi del compianto Terry Pratchett. Ho sfogliato le poco più di duecento pagine di questo romanzo con un sorriso costantemente stampato sul viso.
I protagonisti sono tre uomini (per non parlare del cane, citando l’autore) che decidono di trascorrere un paio di settimane in barca sul Tamigi, allontanandosi dalla modernità per riprendere contatto con la natura.
Scopriranno ben presto che, da uomini moderni, non sono in grado di cavarsela facilmente in quella natura tanto agognata, trovandosi coinvolti in rocambolesche avventure.
Non vi aspettate, tuttavia, alcun colpo di scena o la descrizione di chissà quali mirabolanti avvenimenti. Questo è un romanzo costruito come un collage di piccole scenette, arricchito dai ricordi dei protagonisti e da situazioni ai limiti del non sense. Il tutto viene descritto con un’ironia fine, leggera, mai sopra le righe e del tutto priva di qualsiasi volgarità, della quale si sente tanto la mancanza leggendo molti dei libri degli odierni comici.
Splendide descrizioni paesaggistiche e inframmezzi poetici arricchiscono questa grandiosa opera, che appare valida non solo dal punto di vista umoristico, ma anche da quello squisitamente letterario.
“Tre uomini in barca” è un romanzo che, pubblicato per la prima volta nel 1889, supera alla grande la prova del tempo, collocandosi di diritto fra i grandi capolavori della letteratura.
Voto – 10 con lode