Ho già recensito il primo romanzo di Larsson, “Uomini che odiano le donne” (trovate la recensione qui), e mi ero ripromesso di tornare sull’argomento una volta terminata la trilogia Millennium. Proprio in quella recensione avevo scritto: “Non arrivo a definirlo un capolavoro, in attesa di leggere i prossimi due capitoli della trilogia“.
Ora la trilogia è terminata e serve un giudizio più definitivo.
La trilogia Millennium è un capolavoro? Sì, lo è!
Il difetto principale che avevo trovato nell’opera prima, una storia sì accattivante ma non troppo originale, svanisce nei successivi capitoli della trilogia. L’intreccio complessivo si fa via via più coinvolgente e i colpi di scena, che nel primo volume non erano riusciti a sorprendermi fino in fondo, questa volta mi hanno lasciato a bocca aperta. Quella che era stata una semplice storia sulla ricerca di una ragazza scomparsa viene sostituita da un vero e proprio intrigo su scala internazionale, con una trama che esplode in un’orgia di corruzione che coinvolge i massimi vertici politici in un’escalation di violenze inaudite. La vittima? Non più una ragazza a noi sconosciuta, com’era stato nel primo romanzo, ma quella Lisbeth Salander di cui ci eravamo innamorati già nell’opera prima. E il nostro amore per lei non farà che crescere con lo scorrere delle pagine. Perché Lisbeth non è solo il personaggio di un romanzo. La straordinaria penna di Larsson la trasforma in un vero essere umano, vivo e concreto. Una donna che lotta, si innamora, soffre e talvolta sbaglia, e che proprio per questo è più reale. E insieme a lei altri personaggi vivissimi, il giornalista Mikael Blomkvist e il perfido Zalachenko su tutti, popolano le pagine di una trilogia che resterà negli annali come uno dei migliori thriller mai scritti.
Voto – 9
PS
So che la trilogia si è arricchita di un nuovo capitolo, scritto da David Lagercrantz (che non conosco e sul quale non so dare un giudizio). Un mio giudizio sulla scelta di proseguire la saga, tuttavia, mi sento di darlo: trovo sia una sciocchezza, di dubbio gusto morale e dalle implicazioni esclusivamente commerciali. Non lo leggerò.
Per me la storia di Lisbeth può finire qui.
Nell’edizione italiana, l’ultimo volume di Larsson termina con la parola “vita”.
Credo sia un buon modo per concludere.