“Uomini e topi” – di John Steinbeck
“Gente come noi non ha famiglia. Raccolgono una paga e poi la sprecano. Non hanno nessuno al mondo che gli importi di loro…”
“Ma noi no,” gridò Lennie felice. “Dì come siamo noi, ora.”
George tacque un istante. “Ma noi no,” disse.
“Perché…”
“Perché io ho te e…”
“E io ho te. Ci siamo tutti e due, e c’importa qualcosa di noi, ecco perché.”
Pubblicato nel 1937, “Uomini e topi” è un breve romanzo ambientato nell’America degli anni ’30 che descrive l’amara storia di due braccianti agricoli, i due protagonisti del dialogo sopra riportato, due persone in cerca di riscatto in una vita che non ha mai offerto loro nulla di buono.
E’ una storia che parla di duro lavoro, di soprusi e disperazione, ma anche di solidarietà e speranza. Sullo sfondo Steinbeck dipinge una natura incontaminata, totalmente indifferente alla brutalità umana.
E, più di tutto, è una storia sull’amicizia, quella tra Lennie e George, più forte di tutte le ingiustizie subite, che va oltre il ritardo mentale di Lennie e i sacrifici compiuti da George per sostenerlo, e che nel finale del romanzo si dimostrerà nel modo più crudo e più vero.
Scritto quasi un secolo fa, “Uomini e topi” resta una lettura attualissima, in un mondo ancora pieno di soprusi e di fughe dalla miseria.
Un libro che fa un po’ male, ma che dovrebbe essere presente nella libreria di ognuno di noi.
Da leggere e rileggere.
Voto 10 con lode
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