Avete scritto un libro, magari lo avete anche pubblicato tramite una delle mille piattaforme che consentono il self-publishing, o avete pagato un “editore” (le virgolette non sono casuali) per farlo.
Siete fieri della vostra opera, orgogliosi della storia che avete raccontato e vi chiedete come mai i riscontri che arrivano dalle vendite siano tutt’altro che positivi.
Eppure le – poche – recensioni che avete ricevuto sono tutto sommato positive. Nessuno ha stroncato il vostro lavoro, nessuno lo ha definito illeggibile. E allora perché non state sfondando?
È un complotto delle case editrici? Pensate che per avere successo come scrittori bisogna essere raccomandati? Siete convinti che stiate, semplicemente, promuovendo poco il vostro lavoro?
La realtà, nella stragrande maggioranza dei casi, è ben diversa e molto più semplice. Mettetevi comodi e siate pronti al peggio; perdonate la franchezza, ma qualcuno ve lo deve pur dire: il vostro libro è semplicemente brutto.
Non tutti sono scrittori, al massimo tutti possiamo esserlo in un’accezione un po’ particolare di cui ho parlato altrove, non tutti sono in grado di scrivere un romanzo.
Qualcuno crede che conoscere a sufficienza la grammatica basti per poter scrivere un libro. Non è così, sebbene questa sia ovviamente una premessa fondamentale. Vi stupireste nello scoprire quanti autori improvvisati non soddisfino neppure questo semplice requisito.
Conoscete la grammatica e sapete scrivere in un italiano corretto? Non basta!
Una storia, per essere degna di essere letta, dev’essere avvincente e, almeno un minimo, originale. Siate schietti con voi stessi: la storia che avete raccontato può suscitare un minimo interesse nel lettore? Siete sicuri che, la stessa storia, non sia stata già raccontata da qualcun altro, ben più capace di voi? Chi vorrebbe leggere un romanzo che parla di un pagliaccio assassino, scritto da uno sconosciuto, avendo invece la possibilità di leggere “It” di Stephen King?
Sapete maneggiare la grammatica e avete per le mani una storia davvero originale? Bene, ora inizia la parte complicata.
Il vostro romanzo, per emergere dalla massa delle altre opere pubblicate, deve avere uno “stile” letterario accettabile e, possibilmente, riconoscibile. Si può imparare ad adottare un buono stile letterario? Certamente sì, anche se probabilmente non nel modo che vorremmo tutti, cioè semplicemente studiando. Nei moltissimi manuali di scrittura che ho letto ho trovato pochi suggerimenti validi. I testi veramente buoni sono pochi. Mi sento però di consigliarne uno fra tutti: “Elementi di stile nella scrittura” di William Strunk jr. Stephen King ha scritto: “La maggior parte dei libri sulla scrittura sono pieni di scemenze. Una rispettabile eccezione alla regola di cui sopra è The Elements of Style. Non vi sono scemenze in quel libro e, se ce ne sono, sono meno che veniali. Vi dico fin d’ora che tutti gli aspiranti scrittori dovrebbero leggere The Elements of Style”.
Altre scorciatoie io non ne ho trovate. L’avessi fatto, sarei uno scrittore affermato. Invece, anch’io scrivo per lo più robaccia, come il 99% degli aspiranti scrittori.
Quindi studiate, leggete molto e scrivete molto.
Esercitatevi.
Esercitiamoci.
E, citando di nuovo King, scrivete per il piacere di farlo.